I conti sono a posto, anzi no

Angela Merkel ha conquistato oltre il 41 per cento di consensi in Germania, anche se il crollo degli alleati liberali costringerà la Cdu ad un governo di coalizione: auguriamo ai tedeschi che funzioni meglio del nostro, ancorato più alle “grandi pretese” che alle “larghe intese”. E’ sicuramente una vittoria europeista (considerato anche il flop degli anti – euro) che ci fa sperare in una maggiore coesione tra gli Stati dell’Unione e quindi ad una rinnovata benevolenza verso i Paesi come il nostro che continuano a mandare segnali negativi.

L’ultimo in ordine di tempo è quello lanciato dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, convinto che l’aumento dell’Iva sia indispensabile per evitare di concludere l’anno sforando il famigerato 3 per cento di deficit: in pratica, qualche giorno fa siamo stati informati che i conti dell’Italia erano ormai a posto ed oggi ci dicono che in realtà non è vero, dobbiamo continuare con i sacrifici.

Ma la cosa più terribile è che tiriamo la cinghia per pagare dei debiti, non per trovare risorse destinate a buoni investimenti. Infatti il nostro governo, troppo impegnato a soddisfare le “pretese” di cui sopra, vive alla giornata, incapace di predisporre e attuare un piano per la ripresa economica e per la crescita.

“Tornare alle urne sarebbe un disastro”, dicono i portavoce di Pd e Pdl, ma intanto non fanno nulla per convincere i cittadini che questa maggioranza sta lavorando bene. Anzi, si rafforza il sospetto che sarebbe meglio mandarli tutti a casa e ricominciare da capo.

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