Questa mattina la legge elettorale comincia il suo iter parlamentare dall’aula di Montecitorio e entro oggi si dovrebbe arrivare al primo voto, quello riguardante le questioni di pregiudizialità. La seconda fase vedrà invece la discussione degli emendamenti presentati, oltre 400: ci auguriamo che si tratti di proposte concrete per migliorare il provvedimento e non di artifizi finalizzati soltanto a perdere tempo. La proposta che arriva sui banchi dei deputati è frutto di una mediazione tra i due partiti maggiori, Pd e Forza Italia, cui si è aggiunto il placet del Nuovo Centrodestra, quindi si suppone che il suo cammino non sia troppo spedito (né potrebbe esserlo, trattandosi di un tema così importante e complesso), ma neppure troppo tortuoso e irto di ostacoli insormontabili. Ce lo auguriamo di cuore. Perchè, se è vero che la legge elettorale non è prioritaria per la “pancia” degli italiani, è altrettanto vero che fino a quando questo strumento non riuscirà a garantire la piena governabilità non sarà possibile attuare le riforme necessarie per la ripresa economica, il contenimento del debito pubblico, lo snellimento della burocrazia, il piano di rilancio dell’occupazione e così via. Allo stesso modo ci auguriamo che tutti i parlamentari si rendano conto del proprio ruolo di rappresentati del popolo, un onere e anche un onore, ma soprattutto un’assunzione di responsabilità che non ha nulla a che fare con le risse cui abbiamo assistito in questi ultimi giorni.