E’ partita la nave: dove arriverà? Questo non si sa

“Partirà, la nave partirà. Dove arriverà? Questo non si sa. Sarà come l’arca di Noè: il cane, il gatto, io e te”. Così cantava Sergio Endrigo, che con questo brano vinse l’edizione 1970 del Festival di Sanremo in coppia con Iva Zanicchi. La nave di Renzi è partita, affollata di falchi, colombe e un variegato serraglio non privo di serpenti: difficile prevedere se veleggerà tranquilla, senza scosse al timone (e al timoniere) e, soprattutto, se raggiungerà la destinazione, lontana dalle burrasche della crisi. Mentre Forza Italia dichiara di essere disponibile al confronto sulle riforme, l’opposizione più dura, stando agli interventi e alle dichiarazioni di voto che hanno segnato la duegiorni della fiducia, arriverà da Lega Nord e Movimento 5 Stelle, ma sicuramente il presidente del Consiglio aveva messo in conto questo scoglio, così come aveva soppesato il malcontento dei “cespugli” della maggioranza, penalizzati nell’assegnazione degli incarichi di governo. Anche dal Pd il premier non si aspetta soltanto rose e fiori, per quanto si tratti del partito più imprevedibile della storia politica italiana. Infatti questa mattina Massimo D’Alema, mai molto tenero con Renzi, esorta i democratici a dargli una mano. Un po’ di ossigeno dopo l’ironia di Pierluigi Bersani («Bisogna calcolare lo spread tra le parole e i fatti») e la ringhiosa dichiarazione di Stefano Fassina («Voto la fiducia ma non ti firmo una cambiale in bianco»). In questo clima da “alla prima che mi fai, ti licenzio e te ne vai”, Matteo Renzi continua a muoversi con la solita vitalità, che riesce ad imporre (almeno per ora) anche ai ministri: un esecutivo di tarantolati che tenta di recuperare il tempo perduto. Speriamo che ce la facciano.

 

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