Parole, per illuderci oggi: domani si vedrà

Tra le frasi scritte in tanti anni di attività da Massimo Gramellini, ce n’è una che pare particolarmente adatta ad illustrare la nostra attuale situazione politica: “Le ramanzine, i discorsi, le parole in genere sono sterili. L’unica forza che smuove i cuori è l’esempio. Il gesto che accompagna o sostituisce le parole”. Ossia i fatti, quelli che effettivamente latitano, oppure arrivano puntuali a smentire le affermazioni. Se le promesse che abbiamo ascoltato negli ultimi cinquant’anni si fossero realizzate soltanto al 10 per cento, ci saremmo comprati la Germania ed i giovani laureati tedeschi verrebbero a raccogliere gli asparagi a Santena, mentre invece sono i nostri giovani laureati che nelle birrerie di Monaco servono wurstel e cantano le canzoni napoletane per arrotondare il guadagno. Qualcosa non quadra. Oggi il consiglio dei ministri è chiamato ad approvare la Legge di Stabilità, che poi verrà inviata a Bruxelles per ottenere il placet dell’Unione Europea, che probabilmente storcerà il naso di fronte a un taglio di tasse per 18 miliardi previsto da Renzi per incentivare consumi e crescita. Però oggi ci viene assicurato che l’economia nazionale ripartirà come un razzo grazie a questo provvedimento: è cosa fatta, sta tornando il benessere, tutti a festeggiare al ristorante. Non importa se domani i Torquemada della commissione Ue ci diranno che è tutto da rifare, perchè tagliare così tante tasse non consentirebbe allo Stato di funzionare: oggi abbiamo la nostra illusione a cui aggrapparci, e poi si vedrà. I nostri governanti (passati, presenti e, stando alle prospettive, anche futuri) mi ricordano la storiella che raccontava mio nonno. In un paese dell’Astigiano un tale già avanti con gli anni e male in arnese chiamò il notaio per fare testamento. “Lascio un prato di due giornate a mio fratello Giovanni – cominciò – una vigna di una giornata a mio nipote Luigi, una casa con portico e fienile a mio nipote Petro …”. E così via. Il notaio, che era del luogo e conosceva il suo patrimonio, ad un certo punto lo interruppe e chiese:”Ma sei sicuro di avere tutte queste proprietà che lasci in eredità?”. “No – rispose – non ce l’ho, però se le lascio ai miei parenti li faccio contenti”.

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