Sono ormai ufficiali i dati delle elezioni regionali: su sette regioni chiamate alle urne, il Pd se ne aggiudica cinque (Campania, Puglia, Toscana, Marche e Umbria) ma perde una roccaforte come la Liguria, dove il centrodestra si è presentato compatto, così come nel Veneto, che ha visto la conferma di Luca Zaia (Lega Nord, foto) con il 50 per cento. E il Carroccio è uscito dai suoi confini tradizionali andando a totalizzare un 20 per cento in Toscana e un 19 nelle Marche, dove era alleato con Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale. Il Movimento 5 Stelle si è piazzato terzo in Veneto, Liguria, Campania, Puglia, Toscana e Umbria, mentre è secondo nelle Marche: una media che sfiora il 20 per cento. Matteo Renzi, fiutando il pericolo, aveva anticipato che non sarebbe stato un voto sul governo, ma non possiamo dimenticare che i risultati delle elezioni europee dello scorso maggio furono interpretati dal premier come una legittimazione da parte degli italiani della sua carica e del suo esecutivo: a maggior ragione questa consultazione, certamente più vicina ai cittadini di quella del 2014, ha la credibilità per fornire qualche indicazione sugli umori degli elettori. Intanto non può sfuggire all’analisi il fatto che sia Emiliano in Puglia che De Luca in Campania abbiano ottenuto più un’affermazione personale che non un consenso indirizzato al Pd. Ancora più evidente è il segnale che viene dalle percentuali di Lega e 5 Stelle: se gli italiani fossero così soddisfatti dell’operato di Palazzo Chigi, non ci sarebbero così tanti voti di protesta. Per non parlare dell’affluenza alle urne, ferma al 52 per cento: non si può dire che la nuova legge elettorale o la riforma del Senato abbiano creato entusiasmo e voglia di riscoprire la politica. Forse, se il governo avesse compiuto qualche passo avanti nel migliorare l’economia, sarebbe andata diversamente. E infine occorre annotare che il centrodestra, dato quasi per spacciato, se si presenta unito è sempre un brutto cliente, anche se meno pericoloso per Renzi dei suoi avversari casalinghi.