Sono quasi 6.000 i migranti arrivati sulle coste siciliane durante lo scorso fine settimana. I soccorsi alle imbarcazioni e il recupero dei passeggeri sono stati attuati da un massiccio spiegamento di mezzi di vari Paesi. Sembrerebbe che la collaborazione europea cominci a funzionare, se non fosse per un particolare: manca la seconda parte del progetto richiesto dal nostro governo. In parole povere, un paio di mesi fa Matteo Renzi era andato a Bruxelles per chiedere che il peso dell’immigrazione non gravasse soltanto sull’Italia: in un primo tempo la proposta di stabilire quote di partecipazione al mantenimento dei profughi per ogni Stato membro sembrava accettata quasi da tutti, ma ben presto i favorevoli si sono defilati ad uno ad uno. L’Italia si arrangi, noi non abbiamo soldi da buttare. Questo è stato, di fatto, il risultato del tentativo fatto dal nostro presidente del Consiglio nei confronti dei fratelli Ue, che però non hanno badato a spese per mandarci le navi destinate ai salvataggi: navi da Spagna, Inghilterra, Germania, Malta, Svezia hanno affiancato in questi due giorni quelle italiane per portare a terra i naufraghi. Il problema è che, dopo averli sbarcati, i vari governi europei ritengono di aver esaurito il proprio compito e lasciano a noi tutto il resto. Compresa la guerra tra Palazzo Chigi e i governatori delle regioni che non vogliono accogliere i migranti, e pensate come dormiranno tranquilli se si rivelasse fondata la notizia riportata dalla stampa britannica secondo cui ci sarebbero circa 500.000 persone pronte a salpare dalla Libia. La destinazione, ovviamente, sarà sempre la stessa. La questione è spinosa, l’abbiamo già scritto, ma non si possono ignorare le condizioni in cui vivono molti cittadini che avrebbero bisogno di aiuto: e questa è una priorità del “nostro” Paese, mentre la gestione dei migranti è un onere che andrebbe diviso con tutta l’Unione europea. Purtroppo da questo orecchio il governo non ci sente, e tutti si chiedono: è sordo o preferisce fare il sordo?