Italia: nascite in calo per la paura del futuro

“Nel 2014 al Sud si sono registrate solo 174 mila nascite, livello al minimo storico registrato oltre 150 anni fa, durante l’Unità d’Italia: il Sud sarà interessato nei prossimi anni da un stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili”. Questi i dati forniti da Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che aggiunge:” Il Sud è ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all’area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente”. E in questa seconda nota c’è la spiegazione della prima: nascono pochi bambini perchè parecchi italiani, pur da sempre amanti della famiglia, temono di mettere al mondo figli senza futuro. Infatti anche al Centro – Nord, che pure ha condizioni occupazionali ed economiche meno disperate ma non certo rassicuranti, le nascite sono in calo. A creare tanta incertezza non sono tanto gli effetti della crisi che stiamo vivendo quanto la convinzione sempre più radicata in tutti noi che non si arriverà mai alla fine del tunnel. Una disillusione collettiva pericolosa, ma del resto incoraggiata dall’indecente comportamento della classe politica, dall’arroganza della burocrazia, dallo sconcertante distacco che i partiti hanno ormai dai problemi reali dei cittadini e, soprattutto, dall’assenza di un progetto articolato per favorire la ripresa. In Parlamento si discutono riforme di ogni tipo spacciate per provvedimenti fondamentali, ma nessuno vuole mettere mano ad un piano serio, ad una programmazione pluriennale che offra certezze e non fumo negli occhi, che trasformi finalmente la pubblica amministrazione in un’efficiente e tempestiva dispensatrice di servizi, che incoraggi gli imprenditori stranieri ad investire qui o che, almeno, non costringa quelli di casa nostra ad andarsene all’estero. Solo così possono tornare l’entusiasmo e l’ottimismo, non certo grazie alle battute e ai bluff: e allora, quando il domani non ci spaventerà più, torneremo a mettere al mondo dei figli, senza la paura di condannarli ad una vita insostenibile.

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